La pandemia da COVID-19 ha lasciato una lezione indelebile: proteggere gli operatori sanitari significa proteggere anche i pazienti. Medici, infermieri, farmacisti e professionisti della salute sono il primo baluardo della prevenzione, ma anche potenziali vettori di trasmissione se non adeguatamente immunizzati.
Nel 2025, la riflessione sull’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari si è trasformata in un dibattito più maturo: non più solo una questione normativa, ma una responsabilità etica e professionale. Il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-2025 (PNPV) dedica infatti un intero capitolo alla “Vaccinazione del personale sanitario e sociosanitario”, richiamando il dovere di tutelare sé stessi, i colleghi e le persone assistite.
Le vaccinazioni raccomandate
Le raccomandazioni aggiornate del Ministero della Salute individuano un pacchetto di vaccinazioni fondamentali per gli operatori sanitari, differenziate per ruolo e area di rischio.
Tutti gli operatori devono essere protetti contro:
- Epatite B, la prima vaccinazione storicamente obbligatoria (L. 165/1991) per chi lavora in sanità.
- Influenza stagionale, raccomandata ogni anno per ridurre l’assenteismo e il rischio di contagio ai pazienti fragili.
- Morbillo, parotite, rosolia e varicella (MPRV), per prevenire la trasmissione nosocomiale di malattie esantematiche.
- Difterite, tetano, pertosse e poliomielite (dTpa + IPV), con richiami decennali.
- COVID-19, in linea con le campagne stagionali per i soggetti a rischio.
- Vaccino anti-RSV e anti-pneumococco, consigliati dal 2025 per il personale a contatto con pazienti fragili o ricoverati a lungo termine.
L’obiettivo è duplice: proteggere l’operatore e creare ambienti sanitari a basso rischio infettivo, dove la prevenzione è parte integrante della qualità dell’assistenza.
Coperture ancora lontane dagli obiettivi
Nonostante l’ampia disponibilità di vaccini e la consapevolezza crescente, le coperture vaccinali tra gli operatori restano insoddisfacenti.
Secondo i dati ISS e SItI (2024):
- solo il 58% degli operatori si è vaccinato contro l’influenza nell’ultima stagione;
- il 74% risulta immunizzato per epatite B;
- meno del 60% ha documentazione aggiornata per MPR e varicella;
- e appena il 45% ha effettuato un richiamo anti-dTpa negli ultimi 10 anni.
Il dato varia molto tra Regioni e strutture: nelle grandi aziende ospedaliere del Nord si raggiungono picchi superiori all’80% per influenza e COVID, mentre nelle strutture territoriali e private i livelli restano più bassi.
Dal dovere individuale alla responsabilità collettiva
Il concetto di “obbligo morale” è ormai condiviso da gran parte delle società scientifiche. La Società Italiana di Igiene (SItI) e la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (FNOMCeO) hanno ribadito che la vaccinazione non è solo una scelta personale, ma una componente essenziale della deontologia professionale.
Nel nuovo Codice Deontologico del Medico (2024), l’articolo 14 stabilisce che:
“Il medico adotta comportamenti idonei a prevenire la diffusione di malattie trasmissibili, ivi compresa la vaccinazione personale, quando raccomandata o prevista per motivi di sanità pubblica.”
In questa visione, l’atto vaccinale diventa un gesto di tutela reciproca, un atto di solidarietà professionale verso colleghi e pazienti.
L’esempio internazionale
Molti Paesi europei stanno seguendo la stessa direzione.
- In Francia e Germania la vaccinazione antinfluenzale per il personale sanitario è fortemente incentivata, con bonus e corsie preferenziali.
- Nel Regno Unito, dopo anni di esitazione, il NHS ha introdotto un sistema di monitoraggio pubblico delle coperture vaccinali per ogni ospedale.
- Negli Stati Uniti, la vaccinazione antinfluenzale del personale ospedaliero è obbligatoria in quasi tutti gli Stati, con tassi di adesione oltre il 95%.
L’Italia resta in una posizione intermedia: punta sul consenso informato e sulla responsabilità professionale più che sull’imposizione, ma le società scientifiche chiedono ora un salto di qualità, almeno nei reparti ad alto rischio come neonatologia, oncologia e rianimazione.
Il ruolo delle direzioni sanitarie
Il successo delle campagne vaccinali tra gli operatori non dipende solo dalla motivazione individuale, ma anche dall’organizzazione.
Le direzioni sanitarie devono garantire accesso facile e immediato ai vaccini, preferibilmente nei luoghi di lavoro e durante l’orario di servizio. L’esperienza degli ultimi anni mostra che le coperture aumentano del 30-40% quando la vaccinazione è disponibile “a portata di corsia”.
Molte aziende sanitarie hanno introdotto team vaccinali mobili o giornate di prevenzione dedicate (“Vaccine Days”), spesso accompagnate da iniziative di sensibilizzazione interna. Le campagne più efficaci sono quelle che combinano educazione, accessibilità e riconoscimento simbolico dell’impegno dei professionisti.
Oltre il concetto di obbligo
Il futuro della vaccinazione del personale sanitario non sembra destinato a basarsi su imposizioni, ma su una cultura condivisa della responsabilità.
La sfida non è convincere con la norma, ma costruire fiducia e consapevolezza del ruolo che la prevenzione gioca nella sicurezza delle cure.
In questa direzione si muove anche il Ministero della Salute, che nel 2025 lancerà il progetto nazionale “Operatori Protetti, Pazienti Sicuri”, volto a monitorare coperture, formare referenti vaccinali aziendali e premiare le strutture più virtuose.
Essere vaccinati non è solo una misura di protezione personale: è un atto di responsabilità verso la comunità sanitaria e i pazienti che si affidano ai professionisti.
Nel 2025 la vaccinazione degli operatori sanitari è un indicatore di qualità, sicurezza e fiducia. Le strutture che investono nella prevenzione non solo riducono i rischi, ma trasmettono un messaggio forte: la salute di chi cura è parte della cura stessa.
Il passaggio da obbligo a responsabilità è già in atto. Ora serve solo consolidarlo, perché la prevenzione non resti un gesto volontario, ma diventi un riflesso naturale della buona pratica clinica.
Bibliografia essenziale
- Ministero della Salute – Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025
- SItI – Vaccinazioni degli operatori sanitari: position paper 2024
- FNOMCeO – Codice Deontologico del Medico 2024
- ISS – Coperture vaccinali nel personale sanitario 2023-2024
- WHO Europe – Health workers and immunization coverage policies, 2024
- Lancet Public Health – Vaccination uptake among healthcare workers, 2023
