Negli ultimi anni la stagione invernale non è più dominata da un solo virus. Influenza, SARS-CoV-2 e virus respiratorio sinciziale (RSV) circolano ormai in parallelo, spesso con picchi sovrapposti, e colpiscono le stesse fasce di popolazione: anziani, fragili, donne in gravidanza, bambini piccoli.
Questa nuova dinamica ha accelerato una trasformazione importante: le campagne vaccinali non sono più concepite come interventi isolati, ma come strategie integrate. La co-somministrazione dei vaccini — nella stessa seduta — rappresenta oggi uno degli strumenti più efficaci per semplificare i percorsi, migliorare l’adesione e offrire una protezione completa nel minor tempo possibile.
Perché la co-somministrazione è diventata centrale
La logica è semplice: le persone con più rischio sono spesso le stesse che hanno più difficoltà ad accedere ai servizi sanitari o a rispettare diverse sedute vaccinali. Ridurre il numero di appuntamenti significa rendere più facile la protezione e abituare la popolazione a un modello di prevenzione “one-stop”, in cui più virus vengono affrontati insieme.
Il PNPV 2023–2025 e le principali società scientifiche italiane indicano chiaramente che la co-somministrazione non è solo possibile, ma auspicabile, quando supportata da dati solidi su immunogenicità e sicurezza.
Che cosa dicono gli studi sulla risposta immunitaria
I dati scientifici raccolti negli ultimi tre anni mostrano che la co-somministrazione dei vaccini contro influenza, COVID-19 e RSV non riduce la risposta immunitaria verso i singoli antigeni. Gli studi clinici condotti in adulti e anziani dimostrano profili di immunogenicità sovrapponibili a quelli osservati quando i vaccini vengono somministrati separatamente.
Per i vaccini anti-RSV, che rappresentano l’elemento più recente del “pacchetto respiratorio”, gli studi hanno valutato la risposta anticorpale quando somministrati insieme a vaccini influenzali adiuvati o ad alto dosaggio e con booster COVID: anche in questo caso, i titoli anticorpali contro RSV rimangono robusti e coerenti con i valori osservati nella somministrazione isolata.
In altre parole: co-somministrare non significa indebolire, e questo è un punto essenziale per la fiducia pubblica.
Sicurezza: cosa osservano le sorveglianze internazionali
Sul fronte della sicurezza, il quadro è altrettanto rassicurante. Le reazioni avverse registrate negli studi clinici e nelle campagne reali sono quelle attese per ciascun vaccino: dolore locale, lieve febbre, malessere transitorio.
Non emergono segnali aggiuntivi quando i vaccini vengono somministrati insieme, né aumenti di eventi avversi gravi. Le agenzie regolatorie europee e statunitensi hanno ormai accumulato migliaia di dati real-world che confermano un profilo di sicurezza sovrapponibile alla somministrazione singola.
Una nota rilevante riguarda l’attenzione verso gli over 75 e le persone con multimorbidità: anche in queste fasce, considerate più delicate, la co-somministrazione ha mostrato un profilo favorevole e sostenibile, purché eseguita nell’ambito di un percorso clinico adeguato.
Perché la co-somministrazione conviene al sistema (e al cittadino)
Le evidenze non riguardano solo la risposta immunitaria e la sicurezza: interessano anche l’organizzazione sanitaria. Integrare influenza, COVID e RSV nella stessa seduta permette di:
- ridurre gli accessi ai servizi,
- liberare risorse professionali,
- aumentare la compliance,
- aumentare le coperture nelle fasce più difficili da raggiungere,
- facilitare il lavoro dei medici di famiglia, dei distretti e delle farmacie.
In pratica, il sistema sanitario risparmia tempo e costi, e i cittadini ottengono protezione più rapida, più semplice e più coerente con le reali dinamiche della stagione respiratoria.
Una logica integrata per anziani, fragili e donne in gravidanza
Gli adulti fragili, gli anziani e le donne in gravidanza sono i destinatari principali della vaccinazione integrata. Negli anziani, la co-somministrazione permette di ottimizzare la protezione prima dei picchi stagionali e ridurre il rischio cumulativo delle infezioni respiratorie, che spesso si sommano generando ricoveri e peggioramento delle patologie croniche.
Nelle donne in gravidanza, la possibilità di co-somministrare influenza, COVID-19 e vaccino RSV (quando raccomandato) semplifica il calendario e garantisce protezione sia per la madre sia per il neonato, grazie al trasferimento di anticorpi attraverso la placenta.
Una sfida culturale: comunicare la semplicità
Nonostante le solide evidenze, la co-somministrazione presenta ancora un ostacolo culturale: molti cittadini temono “troppe punture insieme”.
È una percezione radicata, che va affrontata con informazioni semplici e trasparenti: co-somministrare non è un sovraccarico, ma una scelta basata su dati verificati, che permette di proteggere meglio e più rapidamente.
La comunicazione del 2025 deve concentrarsi proprio su questo punto: spiegare che un’unica seduta non compromette la risposta immunitaria, non aumenta i rischi e, al contrario, favorisce la protezione complessiva contro tre virus che circolano nello stesso periodo.
Nel 2025, la co-somministrazione di influenza, COVID-19 e RSV rappresenta una delle innovazioni più significative nella prevenzione respiratoria. Non è solo una soluzione pratica, ma una strategia fondata su solide evidenze scientifiche e su una visione moderna della salute pubblica: proteggere la persona nella sua interezza, non virus per virus.
Integrare i vaccini stagionali in un unico appuntamento significa garantire un inverno più sicuro a chi rischia di più e rendere la prevenzione davvero accessibile, sostenibile e vicina alle esigenze della popolazione.
Bibliografia essenziale
- Ministero della Salute – Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023–2025
- EMA – Assessment reports vaccini influenza, COVID-19, RSV
- ECDC – Guidance on co-administration of seasonal respiratory vaccines
- WHO – Respiratory Virus Prevention Strategy 2024–2025
- JAMA, NEJM, Lancet Respiratory Medicine – Studi su immunogenicità e sicurezza della co-somministrazione (2022–2025)
- ISS – RespiVirNet: dati epidemiologici e integrazione vaccinale
