Perché questo studio è importante
Nel luglio 2025 il Censis ha presentato “I nuovi tratti della cultura della vaccinazione in Italia”, una fotografia aggiornata di percezioni, fiducia e comportamenti degli italiani verso i vaccini (campione rappresentativo: 1.462 adulti, con focus su genitori e persone con cronicità). È un’indagine preziosa per chi programma servizi e comunicazione: dice dove sta andando l’opinione pubblica, cosa ostacola l’adesione e quali leve possono farla crescere. L’indagine è stata realizzata con sponsorizzazione non condizionante e resa disponibile in una sintesi pubblica.
Fiducia: più solida, ma non per tutti
Il dato simbolo è l’aumento della piena fiducia nelle vaccinazioni: 43% degli intervistati (era 22% nel 2014). Tra i genitori, cresce anche la fiducia nelle vaccinazioni garantite dal SSN (dal 30,7% al 50,6%). È un’eredità “buona” del periodo Covid: l’esperienza di una campagna di massa ha reso la prevenzione più familiare e “normale”.
Questa fiducia, però, convive con ambivalenze: il 42% percepisce le informazioni “molte ma confuse e contraddittorie”. Non basta dunque più informazione; serve informazione migliore.
Percezione del rischio e “vaccination fatigue”
Due numeri spiegano bene l’umore del Paese:
- 59,6% ritiene più rischioso non vaccinarsi (cioè ammalarsi) che vaccinarsi;
- 54,6% si dice disposto a una dose in più se migliora la protezione.
Sono segnali di disponibilità, ma non garantiscono adesione automatica. Lo mostra la stanchezza da Covid: la fatica accumulata nella pandemia si è allargata alla sfera vaccinale in generale. Molti si sono vaccinati in passato (Covid 90%, influenza 50%), ma un’intenzione futura a vaccinarsi resta più tiepida (solo un terzo pensa di farlo ancora per Covid). Qui si gioca oggi gran parte della sfida: bassa percezione del rischio + messaggi dissonanti = adesione altalenante.
Per inquadrare il fenomeno, l’ISS/EpiCentro ricorda che l’esitazione vaccinale è un continuum che va dal ritardo al rifiuto nonostante i servizi disponibili: vince se “nutrito” da incertezza e bassa percezione di beneficio.
Dove (e da chi) ci si informa: il peso decisivo dei professionisti
La fonte di fiducia resta il medico:
- per gli adulti, il 71,7% indica il MMG come riferimento informativo;
- per l’infanzia, la fonte prevalente è il pediatra (71,0%);
- in gravidanza, è il ginecologo (40,0%);
- per HPV, pesa molto il MMG (genitori 43,1%, donne 29,6%).
Il servizio vaccinale della ASL è citato come fonte da ~20% degli intervistati, nonostante svolga la chiamata attiva: segno che ha potenziale non espresso sul piano comunicativo.
Gravidanza: consapevolezza in crescita, ma counseling ancora intermittente
Tra le donne intervistate con figli, solo il 36,7% ha effettuato almeno una vaccinazione in gravidanza (soprattutto dTpa 23% e influenza 17,1%). Colpisce che il 53,1% riferisca di non aver ricevuto alcun consiglio a vaccinarsi; il 10,3% ha ricevuto il consiglio ma ha rinunciato per timore per il feto. Nelle gravidanze più recenti la quota di “nessun consiglio” scende (22,4%), ma resta margine per standardizzare il counseling ostetrico-ginecologico.
Cosa pensano sia “giusto” vaccinare: la nuova gerarchia del rischio
Gli italiani vedono la vaccinazione come protezione prima per chi è più esposto o vulnerabile:
- Personale sanitario: 89,3%
- Persone con malattie croniche: 86,8%
- Chi lavora/vive in ambienti a più alto contagio (scuole, RSA, ecc.): 86,7%
È una cultura della responsabilità che può essere una leva per campagne mirate a proteggere fragili e contesti ad alto rischio.
Cosa fare (secondo i cittadini): professionalizzare l’informazione, semplificare l’accesso
Alla domanda “cosa servirebbe per migliorare l’adesione?”, due famiglie di soluzioni emergono nette:
- Informazione e competenze:
- 56,3%: più informazione e consulenza dai professionisti;
- 27,0%: più formazione degli operatori sulle vaccinazioni.
- Organizzazione e logistica:
- 25,5%: vaccinazioni a domicilio per i più fragili;
- 23,0%: migliorare la funzionalità dei servizi vaccinali ASL;
- allargare i luoghi di offerta (studi MMG/PLS, farmacie, scuole) per fare davvero prossimità.
Un quadro coerente con dati “hard”
- Coperture: su molte vaccinazioni pediatriche l’Italia è vicina agli standard, ma restano variazioni regionali e margini di miglioramento (es. recuperi, adolescenti, adulti).
- Sicurezza: la sorveglianza post-marketing AIFA pubblica rapporti annuali; il Rapporto Vaccini 2023 aggiorna il profilo di sicurezza dei vaccini (inclusi Covid), alimentando la trasparenza verso cittadini e operatori.
Tabella 1 – Censis 2025: indicatori chiave di atteggiamenti e percezioni
Indicatore | Valore |
Piena fiducia nelle vaccinazioni (vs 22% nel 2014) | 43,0% |
“Più rischioso non vaccinarsi che vaccinarsi” | 59,6% |
Disponibile a una dose in più se aumenta la protezione | 54,6% |
Informazioni “molte ma confuse/contraddittorie” | 42,0% |
Vaccinazione tra le pratiche preferite di prevenzione | 36,9% |
Conosce la vaccinazione anti-Covid | 98,7% |
In gravidanza: almeno una vaccinazione | 36,7% |
In gravidanza: nessuno ha consigliato di vaccinarsi | 53,1% |
Tabella 2 – Dove ci si informa (fonti principali, per tipologia)
Ambito | Fonte più citata | Valore |
Vaccinazioni adulti | Medico di Medicina Generale | 71,7% |
Vaccinazioni infanzia | Pediatra di libera scelta | 71,0% |
Gravidanza | Ginecologo | 40,0% |
HPV (genitori) | MMG | 43,1% |
HPV (donne) | MMG | 29,6% |
ASL (servizi vaccinali) | Fonte citata (infanzia + adulti) | ~20% |
Implicazioni operative (per regioni, ASL, professionisti)
- Trasformare la fiducia in atti concreti: messaggi coerenti e call to action semplici (prenotazioni facili, orari estesi, prossimità).
- Fare del MMG/PLS il “front end” della vaccinazione dell’adulto: il loro coinvolgimento diretto è cruciale.
- Standardizzare il counseling in gravidanza: integrare checklist nelle visite ostetriche.
- Potenziare il ruolo dei servizi ASL: più comunicazione digitale e collaborazione con farmacie.
- Parlare di rischi “relativi”: evidenziare che il rischio più grande è non vaccinarsi.
- Tenere alta la trasparenza sulla sicurezza: valorizzare i rapporti AIFA.
Conclusione
Il quadro 2025 è meno polarizzato e più maturo: cresce la fiducia, ma la qualità dell’informazione e la percezione del rischio restano i colli di bottiglia dell’adesione. La chiave? Professionisti ben equipaggiati, servizi facili, messaggi chiari. Se MMG/PLS, ASL e farmacie diventano un’unica interfaccia di prossimità, i numeri del Censis possono trasformarsi in coperture reali—e stabili.
Fonti principali
- Censis, Sintesi dello studio “I nuovi tratti della cultura della vaccinazione in Italia”, 2025.
- ISS/EpiCentro, Esitazione vaccinale – definizione e riferimenti OMS.
- ISS/EpiCentro, Coperture vaccinali in Italia.
- AIFA, Rapporto Vaccini 2023 – sorveglianza post-marketing