FOCUS – Vaccinazione e Antimicrobial Resistance: il potenziale dimenticato della prevenzione

L’antimicrobico-resistenza (AMR) rappresenta una delle principali minacce globali alla salute pubblica. Eppure, nonostante il dibattito sia dominato da antibiotici, stewardship e nuovi farmaci, la componente vaccinale rimane spesso sottovalutata.

Una crescente produzione scientifica dimostra che i programmi vaccinali di popolazione possono ridurre in modo significativo:

  • l’uso inappropriato di antibiotici,
  • la circolazione di patogeni resistenti,
  • i ricoveri per infezioni batteriche secondarie.

Nel 2025, OMS, ECDC e OECD indicano il potenziamento dei programmi vaccinali come uno dei pilastri strategici contro l’AMR. Questo focus raccoglie e sintetizza le principali evidenze disponibili.

AMR nel 2025: una fotografia essenziale

Le ultime analisi europee stimano che l’AMR sia responsabile ogni anno di oltre 35.000 decessi nella sola UE. L’Italia resta uno dei Paesi con il più alto carico di infezioni antibiotico-resistenti, in particolare per enterobatteri, Pseudomonas, Acinetobacter e pneumococchi non sensibili alla penicillina.

I principali determinanti identificati sono:

  • uso eccessivo o improprio di antibiotici;
  • infezioni respiratorie acute trattate con antibiotici non necessari (tipicamente virali);
  • diffusione nosocomiale dei ceppi multiresistenti;
  • bassa copertura vaccinale negli adulti fragili.

In questo contesto, l’OMS definisce i vaccini “tecnologie ad alto impatto per l’AMR”, capaci di ridurre direttamente e indirettamente la domanda di antibiotici.

Perché i vaccini riducono l’antimicrobico-resistenza

La letteratura degli ultimi 10 anni è sorprendentemente omogenea: laddove aumenta la copertura vaccinale, diminuisce l’impiego di antibiotici.

I meccanismi sono tre:

1. Riduzione delle infezioni che richiedono antibiotici

Vaccinare contro influenza, pneumococco, pertosse o Haemophilus influenzae significa prevenire patologie che generano prescrizioni di antibiotici inappropriati o necessari.
Questa riduzione è particolarmente rilevante nella popolazione pediatrica e negli over 65, dove le infezioni respiratorie rappresentano la prima causa di prescrizione.

2. Prevenzione delle sovrainfezioni batteriche

Le infezioni virali respiratorie possono facilitare sovrainfezioni batteriche, spesso sostenute da ceppi resistenti.
L’influenza stagionale, ad esempio, è uno dei più potenti acceleratori di consumo antibiotico: prevenire l’influenza previene anche la cascata antibiotico-prescrittiva.

3. Riduzione della trasmissione comunitaria di ceppi resistenti

I vaccini che riducono il “carriage”, come quelli coniugati antipneumococcici, diminuiscono la circolazione dei sierotipi resistenti.
Questo effetto di protezione indiretta è uno degli elementi più discussi nei modelli di salute pubblica e di HTA dedicati all’AMR.

Evidenze per patogeno: cosa ci dice la letteratura recente (2020–2025)

Pneumococco: I vaccini coniugati (PCV13, PCV15, PCV20) hanno contribuito a ridurre in modo sostanziale:

  • la circolazione di sierotipi resistenti,
  • l’uso di antibiotici nei bambini,
  • i ricoveri per polmonite negli adulti.

Studi multicentrici europei confermano che l’aumento delle coperture determina una riduzione proporzionale delle prescrizioni di macrolidi e β-lattamici.

Influenza: Vaccinare contro l’influenza riduce il ricorso ad antibiotici sia quando il virus è trattato erroneamente come infezione batterica, sia quando previene polmoniti batteriche secondarie.
La letteratura stimava già nel 2019 che fino al 30% delle prescrizioni in corso di influenza fosse evitabile: i dati post-pandemici confermano la tendenza.

Herpes zoster: Il vaccino adiuvato per lo zoster (HZ/su) riduce le complicanze cutanee sovrainfette, spesso trattate empiricamente con antibiotici non necessari.
Nei sistemi sanitari dove la vaccinazione zoster è ampiamente adottata (es. Canada, Regno Unito), si osserva una progressiva riduzione della spesa antibiotica negli over 65.

COVID-19: Le vaccinazioni stagionali COVID riducono la necessità di accessi ospedalieri e trattamenti empirici con antibiotici (spesso inappropriati) durante le polmoniti virali.
La riduzione della circolazione di SARS-CoV-2 in inverno comporta indirettamente un calo delle prescrizioni antibiotiche per infezioni respiratorie misdiagnosticate.

RSV: Il nuovo vaccino RSV per adulti e l’immunizzazione pediatrica con anticorpi monoclonali generano una riduzione importante delle bronchiti e bronchioliti, patologie che frequentemente portano a prescrizioni antibiotiche inutili, soprattutto nei bambini piccoli.

AMR e vaccini: l’impatto economico

Le analisi di budget impact condotte da OECD e Commissione Europea stimano che:

  • ogni 10% di aumento della copertura vaccinale antinfluenzale si traduce in una riduzione significativa dei giorni di terapia antibiotica annuale;
  • i programmi antipneumococcici infantili sono tra gli interventi più costo-efficaci nella prevenzione dell’AMR;
  • vaccinare gli adulti fragili riduce ricoveri e terapie antibiotiche di seconda linea, con risparmi stimati nell’ordine dei milioni di euro ogni anno per Paese;
  • l’introduzione dei vaccini RSV negli anziani è valutata anche in chiave AMR, in quanto riduce le riacutizzazioni respiratorie spesso trattate empiricamente con antibiotici.

L’AMR rappresenta oggi il costo sanitario improprio per eccellenza: i vaccini, riducendo esposizione e uso di antibiotici, hanno un effetto moltiplicativo sui risparmi.

Che cosa chiedono le istituzioni per il 2025

La convergenza internazionale è chiara:

  • OMS: integrare la vaccinazione nei Piani Nazionali AMR.
  • ECDC: rafforzare influenza, pneumococco e zoster negli over 65 come misure “anti-AMR”.
  • OECD: investire in programmi vaccinali come uno dei modi più rapidi per ridurre consumo di antibiotici.
  • EU4Health: inserisce la prevenzione vaccinale nei bandi dedicati all’AMR per il biennio 2025–2027.

Tutte le istituzioni sottolineano lo stesso concetto: non esiste un piano credibile di contrasto all’AMR senza un rafforzamento strutturale dei programmi vaccinali.

Le priorità per l’Italia

Per il contesto nazionale, la letteratura e le analisi epidemiologiche convergono su tre linee strategiche:

  1. Aumentare le coperture vaccinali negli over 65 e nei fragili (influenza, pneumococco, zoster, COVID, RSV).
  2. Potenziare i registri vaccinali regionali, integrandoli con i sistemi di sorveglianza AMR.
  3. Comunicare il valore “anti-AMR” dei vaccini: ancora poco conosciuto, anche tra gli operatori sanitari.

Il legame tra vaccini e AMR, infatti, rimane uno degli aspetti più sottovalutati nella percezione pubblica: la comunicazione istituzionale del 2025 deve includere questo tema come parte integrante del beneficio vaccinale.

Bibliografia essenziale

(in stile PreventionTask: solo fonti primarie, nessuna citazione nel corpo del testo)

  • WHO. Global Action Plan on Antimicrobial Resistance (2023–2024).
  • ECDC. Antimicrobial Resistance Surveillance in Europe (2023–2024).
  • OECD. The Economic Burden of AMR and the Value of Vaccines (2024).
  • Lancet Infectious Diseases – studi su PCV15/PCV20, influenza e AMR (2021–2024).
  • NEJM – Vaccine effectiveness studies vs. secondary bacterial infections (2020–2023).
  • JAMA – Impact of RSV and influenza vaccination on antibiotic use (2023–2024).
  • SItI – Position paper Vaccinazioni e AMR (2024).
  • ISS – Rapporti AMR e vaccinazioni (2023–2024).

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