Un virus che cambia volto
Il Virus Respiratorio Sinciziale (RSV) è da tempo conosciuto come uno dei principali responsabili delle bronchioliti e delle polmoniti nei neonati e nei bambini piccoli. Ogni inverno, i reparti pediatrici e le terapie intensive si trovano a fare i conti con un picco di ricoveri legati a questo agente infettivo. Negli anziani e nei pazienti fragili – soprattutto con patologie croniche respiratorie o cardiache – l’RSV può provocare gravi complicanze, spesso paragonabili a quelle dell’influenza.
Eppure, il 2025 ha rivelato un volto inedito del virus: la sua presenza significativa anche durante i mesi estivi. Questa anomalia epidemiologica sta costringendo medici e decisori sanitari a ripensare la prevenzione, superando l’idea che l’RSV sia un problema “stagionale” confinato all’inverno.
Un’estate insolita: i dati della sorveglianza
In Italia, tra giugno e luglio 2025, i sistemi di sorveglianza hanno segnalato un numero non trascurabile di casi di infezione da RSV, con piccoli focolai osservati in Lombardia, Lazio, Toscana e Sicilia. Pur non raggiungendo i livelli tipici dei picchi invernali, questi episodi hanno avuto un impatto concreto: accessi al pronto soccorso, ricoveri pediatrici e riacutizzazioni in pazienti anziani fragili.
Gli esperti attribuiscono il fenomeno a una combinazione di fattori:
- Cambiamenti climatici, che alterano la stagionalità delle infezioni respiratorie;
- Mobilità internazionale e maggiore circolazione di persone anche nei mesi estivi;
- Residua vulnerabilità post-pandemia, dovuta a un’interruzione di contatti virali naturali negli anni di restrizioni.
Questi elementi contribuiscono a una circolazione più irregolare e meno prevedibile del virus.
Gli strumenti di prevenzione oggi disponibili
Il fronte della prevenzione ha però fatto passi da gigante negli ultimi anni. Accanto alle classiche misure igieniche e organizzative, oggi disponiamo di nuove armi specifiche contro l’RSV:
- Anticorpi monoclonali a lunga durata d’azione (come nirsevimab), pensati per proteggere i neonati nei primi mesi di vita, quando il rischio di complicanze è massimo.
- Vaccinazione in gravidanza, che consente di trasferire anticorpi protettivi al feto, riducendo il rischio di bronchioliti nei primi mesi di vita del bambino.
- Vaccini per anziani e pazienti fragili, approvati negli ultimi anni, che hanno dimostrato di ridurre significativamente ricoveri e forme gravi.
Il Calendario Vaccinale per la Vita 2025 ha recepito queste innovazioni, inserendole a pieno titolo tra le strategie di immunizzazione raccomandate.
Ripensare la prevenzione: oltre la stagionalità
L’emergere di casi estivi ci dice che non basta più pianificare la prevenzione come se fosse un appuntamento fisso tra novembre e marzo. Occorre immaginare programmi vaccinali flessibili, guidati dai dati in tempo reale.
Una delle proposte più discusse è quella di utilizzare soglie di incidenza: quando la circolazione del virus supera un certo livello, scatta la raccomandazione di vaccinazione per le categorie a rischio. Per fare questo servono però:
- reti di sorveglianza integrate, capaci di monitorare non solo i ricoveri, ma anche i dati di laboratorio e quelli ambientali;
- modelli predittivi regionali, in grado di anticipare le ondate di infezione;
- anagrafi vaccinali aggiornate e interoperabili, indispensabili per identificare chi è ancora suscettibile e proporre tempestivamente la vaccinazione.
Il ruolo centrale dei professionisti sanitari
Se la prevenzione deve diventare continua, il ruolo di pediatri di libera scelta e medici di medicina generale diventa cruciale. Sono loro i professionisti più vicini alle famiglie e ai pazienti fragili, in grado di proporre e somministrare i vaccini anche fuori stagione.
È necessario rafforzare il loro coinvolgimento con:
- formazione mirata, per aggiornarli sulle novità vaccinali e sulle indicazioni operative;
- integrazione nei PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) dei pazienti anziani e fragili, affinché la vaccinazione non sia percepita come un atto separato, ma come parte integrante della cura;
- strumenti digitali di supporto, che segnalino automaticamente ai professionisti i pazienti che necessitano della vaccinazione.
Conclusioni: imparare dall’RSV per la prevenzione del futuro
L’RSV ci sta insegnando una lezione importante: le malattie infettive non seguono più schemi rigidi e prevedibili. Per proteggerci efficacemente, dobbiamo passare da un modello stagionale a un modello dinamico e adattivo, basato sulla sorveglianza, la flessibilità organizzativa e la vicinanza territoriale dei servizi.
Non si tratta solo di prevenire un’infezione: significa ridurre i ricoveri nei bambini, proteggere la fragilità degli anziani e alleggerire il carico sugli ospedali. In altre parole, significa investire in salute pubblica con una visione a lungo termine.
Il 2025 potrebbe essere ricordato come l’anno in cui l’RSV ha smesso di essere “il virus dell’inverno” per diventare una sfida permanente, che richiede risposte nuove e coordinate.
Riferimenti bibliografici
- Calendario Vaccinale per la Vita – 5ª edizione 2025. SItI, SIP, FIMP, FIMMG, SIMG.
- Ministero della Salute – Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025.
- WHO – RSV Surveillance and Burden Estimates, Global RSV Surveillance (2024 update).
- ECDC – Respiratory Syncytial Virus (RSV) epidemiological update, Summer 2025.
- Azzari C. et al., “Anticorpi monoclonali contro RSV: efficacia e sicurezza nei neonati”, Rivista Italiana di Pediatria, 2024.
- Gabutti G. et al., “Vaccinazione anti-RSV nell’adulto: nuove prospettive”, Epidemiol Prev. 2023.
- ISS – Rapporto di sorveglianza virologica RSV in Italia, giugno-luglio 2025.